Non dire "Sono un ragazzo"

Geremia 1:6–7 Io risposi: «Ahimè, Signore, Dio, io non so parlare, perché non sono che un ragazzo». Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono un ragazzo”, perché tu andrai da tutti quelli ai quali ti manderò, e dirai tutto quello che io ti comanderò.

In Geremia 1:4–5 Dio fa una chiamata a Geremia, ma Geremia esclama che è un ragazzo. Quindi Dio gli dice di non chiamarsi bambino.

Geremia disprezzava se stesso e non vedeva come Dio lo vedeva, né riconosceva chi fosse che lo chiamava. Ma quello stesso Dio rimarca "Non dire: sono un ragazzo" perché Dio non lo vedeva così, Dio lo vedeva come un uomo, e poi Dio gli affida di sottomettersi a tutto ciò che ordina, cioè Dio segna la sua preminenza in questo.

Ma se osserviamo cosa significa la parola bambino, vediamo che deriva dalla parola נַעַר náar, che ha diversi significati, tra questi abbiamo: servo, ragazzo, giovane, bambino, servo. Con ciò vediamo che non solo disprezzava se stesso per la sua età (giovinezza), ma anche per la sua immaturità (ragazzo), condizione sociale (servitore) e inesperienza (ragazzo).

Ma Dio non ne ha tenuto conto, Dio ha tenuto conto solo di quanto segue:

Geremia 1:5 «Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito *profeta delle nazioni».

A Dio non importava che Geremia avesse un concetto di se stesso come schiavo, immaturo o inesperto, l'unica cosa che contava per Dio era la conoscenza che aveva di Geremia.

Cosa significano allora le parole di Dio? "Non dire: io sono un bambino", significa: "So cosa ho fatto in te, so cosa ho formato in te, so che ci ho messo lo spirito tu, e so che sei il mio profeta, quindi non dirlo a te stesso bambino, perché hai la capacità di andare dove ti mando e hai la capacità di dire quello che ti dico di dire, perché so quello che ho fatto in te, formato in te e riposto in te».

[H5288] נַעַר, náar, de H5287; (concretamente) un ragazzo (in quanto attivo), dall'età dell'infanzia all'adolescenza; implicitamente un servitore; anche (per scambio di sesso), una ragazza (di simile latitudine in età): bambino, ragazzo, bambino, damigella [dal margine], ragazzo, servo, giovane (uomo).

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